Come scegliere la struttura dove partorire

Non esiste momento migliore della gravidanza per attivarsi e valutare le diverse possibili strutture in cui recarsi per avere il proprio bambino. Nulla vieta che ci si possa informare anche prima di essere in gravidanza. L’’opzione che più sembra aiutare le mamme e le coppie, è il contatto diretto con altre donne con cui confrontarsi (nelle associazioni di donne e mamme, nei gruppi di amiche, ecc) e, in aggiunta, poter prendere contatto con le strutture e/o gli operatori che si occupano di gravidanza e parto.

Eleonora-Como Eleonora Como ostetrica di Mammalcentro di Alessandria spiega in base alla sua esperienza professionale come si può procedere. Un modo assolutamente utile e rassicurante per i futuri genitori è recarsi nel reparto delle strutture possibili e parlare con un’ostetrica, chiedendo di vedere il reparto, le sale parto e il nido neonatale. Si può chiedere anche di poter avere le linee guida di riferimento o i protocolli in caso di bisogno (urgenza). Si può cercare un’ostetrica nel consultorio territoriale o le ostetriche libero professioniste sul territorio d’interesse qualora ci siano: spesso organizzano incontri informativi presso le loro sedi (studi, centri, ambulatori, ..). In quelle occasioni, si possono ricevere informazioni, fare domande, confrontarsi con altre donne e coppie che stanno vivendo una gravidanza, e fare un percorso più consapevole basato anche sulla scelta informata in merito ad ogni decisione ci sia da prendere in gravidanza.

 

Quali sono le domande utili da fare nella ricerca del luogo giusto per sé per accogliere il proprio bambino?

Certamente le prime cose da chiedersi per una mamma che vive in prima persona l’evento e per un papà che l’accompagna in questo momento di grande cambiamento, dovrebbero essere:

  • Che cosa desidero per la nascita di mio figlio?
  • Quale luogo è per me adatto a vivere questa esperienza?
  • Quali sono le caratteristiche importanti per me che il luogo che sceglierò deve avere?
  • Di cosa ho bisogno, per sentirmi sicura e accolta?
  • A cosa non posso rinunciare e cosa non è fondamentale che ci sia?
  • Chi ci dev’essere con me?
  • La struttura o l’ostetrica a cui mi rivolgo, a quali linee guida fa riferimento?

 

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Tra quali strutture la futura mamma può scegliere di partorire?

Ad oggi, le donne in salute (definite anche a “basso rischio”, l’85% almeno delle donne in attesa) hanno tra le scelte possibili del luogo del parto

  • le strutture ospedaliere,
  • i Centri Nascita, le Case Maternità,
  • il domicilio/la casa (“Care in Normal Birth: a Practical Guide”, Report of a technical Working Group, WHO Publication no. WHO/FRH/MSM/96.24, Geneva).

Nella propria casa o nei Centri Nascita o nelle Case Maternità si può decidere di accogliere il proprio bambino con il sostegno professionale di ostetriche libero professioniste o con ostetriche dipendenti da una struttura ospedaliera che abbia il servizio di assistenza alla nascita a domicilio (sono rare le realtà in cui ciò è possibile, per esempio in Piemonte, il Sant’Anna di Torino).

parto-in-casa-1 In effetti, nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità affermi che «la donna deve avere la possibilità di partorire in un luogo che sente sicuro in cui sia possibile fornire assistenza appropriata e sicurezza, ed il Parlamento Europeo, con la Carta Europea dei diritti della partoriente, consideri tra i diritti della donna «l’assistenza adeguata qualora venga scelto il parto a domicilio, compatibilmente con le condizioni psicofisiche della partoriente e del nascituro e con le condizioni ambientali», ad oggi il SSN sostiene solo la scelta ospedaliera (ad eccezione appunto di quelle rarissime realtà in cui si propone anche il servizio domiciliare, con le ostetriche dipendenti della struttura).

 

Una coppia oggi ha tutte queste possibilità per accogliere il proprio bambino. Ma spesso non ne è neanche a conoscenza.

Se vuole fare una scelta diversa dall’ospedale, deve assumersi l’onere quasi totale delle spese (sono 5 al momento le regioni Italiane che prevedono un rimborso parziale delle spese di assistenza alla nascita qualora avvenga a casa: Piemonte, Emilia Romagna, Marche, e provincie di Trento e Bolzano).

Negli ultimi anni, diverse regioni (Toscana, Liguria, Lombardia, Lazio,..) stanno intraprendendo raccolte firme per il rimborso del parto a casa e diverse associazioni italiane si stanno mobilitando perché questa disomogeneità venga superata soprattutto perché costituisce una vera e propria discriminazione in quanto viola l’articolo 8 della convenzione Europea dei Diritti Umani. Come stabilisce infatti la sentenza Ternovsky del 2010, ogni donna dovrebbe avere il diritto di scegliere dove, come e con chi partorire, senza costrizioni o condizionamenti di tipo economico e sociale.

Dopotutto, questa sarà la prima grande ricerca di informazioni e il primo percorso importante che una neo mamma e dei neo genitori faranno per il loro bambino anzi, sarà proprio un “viaggio” che li porterà più consapevoli al meraviglioso incontro con il proprio bambino.

Puoi conoscere e fare altre domande a Eleonora contattandola

Eleonora Como – Ostetriche Mammalcentro www.mammalcentro.com cell 334.2656550 This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Fonte: https://www.bimbidelmonferrato.it/alecomics/